Scuola e nuovi inizi. A due settimane dal ritorno tra i banchi come stanno i ragazzi? Stop forzato causa Covid19, lezione online, poi l’estate. Ora si è tornati in classe, rigorosamente in mascherina.
Il primo dato che salta all’occhio è che, in questa ripartenza, qualcosa è mancato: a volte le insegnanti per l’assistenza agli alunni, altre volte addirittura i banchi, aspettando quelli a rotelle. La didattica in presenza, però, è ripartita ovunque in Italia, tornando a cadenzare le giornate di studenti e genitori. L’allegria di rivedere i propri compagni, spesso ha incontrato il disagio di dover mettersi i libri sulle gambe. Anche a L’Aquila.
Nella ripresa dell’attività scolastica si possono individuare tre tappe fondamentali: l’ordine, la necessità e l’accoglienza. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Chiara Gioia, psicologa e psicoterapeuta aquilana.
Scuola, ripartiamo dall’Ordine
Il punto di partenza è avere una scuola sicura e in presenza, presupposti imprescindibili per questo ritorno. “La scuola viene considerata l’agenzia educativa per eccellenza, insieme alla famiglia. Un luogo di confronto, dove si attua la strutturazione della propria personalità. Un ambiente importante sia per chi intraprende questo percorso per la prima volta, quindi i bambini più piccoli, sia per chi ha visto il proprio percorso di crescita formativa interrompersi bruscamente, nel marzo scorso, per cause di forza maggiore”, spiega Chiara Gioia alla nostra redazione.
La riapertura della scuola, allora, ha portato alla “riattivazione del concetto di ordine. Vale a dire l’organizzazione di svolgimento delle nostre attività, secondo criteri rispondenti al concetto di armonia“.
Le abitudini cambiate dal lockdown e una quotidianità ridisegnata prima e ‘ri-attivata’ poi.
Ritorno a scuola, dall’Ordine alla Necessità
La pandemia ci ha catapultati nel disordine, riassumibile nella perdita dei rituali della giornata. Scuola, attività sportive, lavoro, hobby: tutto in pausa. Oggi, quindi, nasce la necessità di capire quali sono le nuove o vecchie necessità personali. Non è detto che siano rimaste le stesse del pre-Covid.