Internet come risposta a tutto, anche al sesso. Il 25% nelle ricerche sui siti web è di tipo pornografico e in tempi di Covid la sessualità è diventata spesso contactless, cioè virtuale. Lo dimostrano i dati in aumento su Cybersex e Sexting: strascichi e conseguenze dei contatti sociali vietati.
Cybersex e Sexting, cosa sono? Innanzitutto è bene precisare che non si tratta della stessa cosa.
Il Cybersex è “l’uso di siti per adulti, finalizzato ad avere relazioni sessuali virtuali. Messaggi con contenuti espliciti, fantasie erotiche, scambia di email o annunci per incontrare partner sessuali, masturbarsi davanti a una webcam”, ci spiega la psicologa e psicoterapeuta aquilana Chiara Gioia.
Il Sexting, invece, “non va reso in senso interscambiabile con il concetto di Cybersex”, spiega ancora Chiara Gioia. “Per sexting, infatti, si intende quella pratica tesa ad inviare testi, messaggi, video o immagini a contenuto sessuale esplicito, attraverso l’uso di dispositivi informatici”.
Entrambe le pratiche possono causare dipendenza.
“Le tre componenti principali che favoriscono questi comportamenti sono:
–l’anonimità, la possibilità di avere un’identità virtuale diversa da quella reale“,
-la convenienza, basti pensare alla facilità dell’accessibilità,
– l’evasione, almeno apparente, dai problemi della vita quotidiana e da eventuali sofferenze. Il cyber-sex, infatti, può accompagnarsi a disfunzioni nella sfera emotiva in ambito e familiare e socio-relazionale”.
Cybersex, il sesso sempre più online durante la pandemia
I dati disegnano un quadro piuttosto chiaro: ogni secondo 28.258 persone stanno guardando contenuti pornografici in tutto il mondo del web, ogni giorno appaiono su internet 266 nuovi siti porno.
Un porno sempre più di tendenza, stando ai numeri, soprattutto in tempi di pandemia.
Perché, a prescindere dalla pandemia, si tende sempre più a prediligere relazioni virtuali che reali?
“Nella relazione virtuale è possibile esercitare maggiore controllo, maggiore libertà di scegliere e di fare azioni (o prestazioni) che non faremmo mai nella vita reale. Una relazione reale, inoltre, implica incontri, confronti, aspettative, paura di deludere o di restare delusi, flussi di emozioni più coinvolgenti. Cybersex e Sexting portano l’individuo ad interfacciassi con la paura: la paura dell’altro, di esporsi e non essere accettati così come si è e, di conseguenza, di restare soli. Paure che l’individuo incontrerebbe con i rapporti reali“.
E poi c’è stato l’effetto Covid. “È facile immaginare che, in questo delicato e particolare periodo storico, l’emergenza sanitaria abbia obbligato tutti a mediare le relazioni tramite lo schermo di un computer o di un telefono, alimentando questi fenomeni virtuali. Da un lato il web si è costituito e si costituisce come una risorsa contro la carenza di stimoli della pandemia; dall’altro rischia di amplificare i fenomeni di Internet Addiction. La tecnologia, che all’alba di questa pandemia è apparsa come il salvavita delle relazioni sociali e affettive, se non viene usata con consapevolezza e responsabilità, potrebbe mostrare un ulteriore lato oscuro”.
Cybersex, non sempre è una dipendenza
“Parlare di cyber sex non vuole dire necessariamente parlare di dipendenza. Infatti, quando parliamo di dipendenze, facciamo riferimento a tutte quelle alterazioni del comportamento che trasformano un atteggiamento in una ricerca costante e patologica del piacere, attraverso mezzi, sostanze o comportamenti. In questo modo, chi ne è affetto perde il controllo sull’abitudine sviluppando questa condizione. Le dipendenze possono riguardare diversi atteggiamenti e possono essere legate a diverse sostanze: si può parlare, ad esempio, di dipendenze da sostanze stupefacenti, dipendenze alimentari, relazionali, tecnologiche o sessuali“.
La dipendenza da sesso virtuale fa riferimento ad un tipo di dipendenza di natura sessuale
“Chi ne soffre vive una dipendenza da attività sessuale virtuale su Internet, che può innescare varie problematiche a livello economico, fisico e psicologico. La dipendenza si manifesta mediante tutte quelle attività che possono essere svolte su internet come ad esempio videochiamate, chat erotiche, sesso telefonico o virtuale attraverso webcam. Vivere questa dipendenza genera nell’individuo un insieme di sensazioni che consentono la libertà di esternare fantasie e pensieri che, nella vita quotidiana, vengono spesso represse o limitate. Possono anche non essere gestite in modo funzionale per la paura del giudizio e del rifiuto da parte della collettività“, ci spiega la psicologa e psicoterapeuta.
“La dipendenza da attività sessuali virtuali è riconosciuta come cybersexual addiction e ha luogo quando la persona ricerca e utilizza il materiale erotico disponibile sul web in modo sempre più compulsivo, fino a considerare queste pratiche la principale e, talvolta unica, fonte di gratificazione sessuale. La conseguenza di tutto ciò è un sempre maggiore isolamento del soggetto, un graduale disinvestimento sul partner reale, la presenza di sensi di colpa e vergogna sempre più pervasivi, che contribuiscono ulteriormente all’isolamento sociale della persona“.
Accanto al fenomeno del Cybersex c’è la pratica del Sexting, molto diffusa soprattutto tra i giovani
“Il Sexting è particolarmente diffuso tra preadolescenti e adolescenti tra il 12 e il 17 anni, per varie ragioni, quali ad esempio il fatto che la conoscenza del sesso tramite web è immediata e di facile accesso, inoltre spesso è al di fuori del controllo degli adulti, porta ad un soddisfacimento sessuale più rapido, protegge dalle potenziali e più probabili delusioni che derivano dal mettersi in gioco in una relazione reale”.
Anche il sexting porta con sé una serie di conseguenze negative
“Come perdere il controllo sul materiale inviato, col rischio che venga diffuso in modo eccessivo e inaspettato, essere soggetti a umiliazioni e prese in giro da parte dei pari (si parla in questo caso di cyberbullismo), con conseguente isolamento sociale e vissuti di vergogna, senso di colpa, depressione e inadeguatezza. C’è poi il rischio di essere esposti a tentativi di estorsione o diffusione di materiale pornografico minorile (reati per i quali anche i minorenni sono penalmente perseguibili)”.
Cybersex e Sexting, la lettura psicologica
“Il web può aprirci a un mondo online del porno che è sconfinato e non pone alcun limite alla fantasia erotica. Un’ampia scelta che può generare lunghe ore di ricerca del materiale online che, ripetendosi, possono assumere carattere compulsivo e quindi di dipendenza”.
“Gli utenti percepiscono il loro computer come una estensione della loro mente e della loro personalità, uno “spazio” che riflette le loro inclinazioni, attitudini e interessi. Ecco quindi che, in una visione particolarmente psicoanalitica, il computer e di conseguenza il cyberspazio possono essere considerati come un tipo di ‘spazio transizionale’, quindi una estensione del mondo intrapsichico dell’individuo. Esso può essere sperimentato come una zona intermedia tra sé e l’altro. Comunicare on-line, infatti – conclude Chiara Gioia – consente di proiettare sull’interlocutore, che non ha un’immagine ben definita, fantasie e desideri. Le interazione on-line possono essere classificabili lungo un continum che va dalla semplice curiosità al coinvolgimento ossessivo”.