Internet, una vetrina colorata, dinamica e multimediale, che ha sempre la risposta a tutte le nostre domande. Social network, chat, giochi: nel 2020 è cresciuta di molto la percentuale di utilizzo del web tra i giovani, insieme, purtroppo, al tasso di dipendenza da internet. E non sempre è stata ‘colpa’ della didattica a distanza.
Si parte da un semplice desiderio di svago, come si arriva a sviluppare una dipendenza da internet? Lo abbiamo chiesto alla psicologa e psicoterapeuta Chiara Gioia.
“Internet, prima di diventare una dipendenza, si configura per tutti come un’attività di svago: il desiderio di passare del tempo in rete, sfruttando le enormi potenzialità che offre il web. Piattaforme social, forum di gruppo, spazi musicali e così via. I problemi sorgono dal momento in cui, per trascorrere il proprio tempo su internet, si iniziano a trascurare i diversi aspetti della propria vita quotidiana“.
Primo campanello d’allarme il passaggio dal senso di svago al profondo senso di ‘necessità’ dell’uso di internet.
“Non possiamo ridurre il discorso della ‘dipendenza da internet’ andando a quantificare le ore che ognuno di noi passa navigando in rete: su Facebook, Instagram, Tik Tok, o semplicemente entrando e uscendo dalle illimitate sezioni che possono offrire i motori di ricerca. È importante tenere a mente un concetto: non si è dipendenti solo se si passano molte ore al giorno su internet, possono bastarne anche due nel corso di un’intera giornata. In questo modo si può essere dipendenti ‘inconsapevoli’”, specifica la dottoressa Chiara Gioia, ascoltata dalla nostra redazione.
Senza accorgercene, Internet diventa un rito quotidiano: un’abitudine a cui non si può rinunciare. Giovani a rischio
Guardando ai numeri del nostro territorio, un report pubblicato nel 2020 dall’App Annie, registra un rilevante incremento dell’utilizzo degli smartphone, anche nella realtà aquilana. I dati mostrano un pesante incremento dell’uso dei telefonini tra le giovani fasce d’età proprio in Italia e, va da sé, che in parte l’innalzamento delle percentuali di utilizzo di smartphone, tablet e pc – tutti i dispositivi che consentono l’accesso al web – sia dovuto anche alla pandemia e al lockdown.
L’Italia risulta ai primi posti per l’utilizzo dei dispositivi tecnologici legati al web. Relativamente agli smartphone Android si parla di un incremento del 20% sul tempo di utilizzo settimanale, speso in applicazioni e giochi. I cambiamenti più importanti sono stati rilevati, oltre che in Italia: in Francia, Germania e Usa. Nel nostro paese, per l’esattezza, si è registrato un +30% generale di utilizzo rispetto al 2019 (sempre secondo i dati dell’App Annie). Un cambiamento repentino in buona parte giustificato dalla nuova quotidianità imposta dal Covid 19.
“Si passa, in moltissimi casi, dalla curiosità di vedere cosa ci riservano i social a stare su internet perché non se ne riesce a fare a meno. Navigare sul web, soprattutto sulle varie piattaforme social, diventa un autentico rito, che spesso corrisponde a precisi orari della giornata, a prescindere da effettive esigenze personali. Quali dover controllare la propria posta elettronica, i propri conti online e così via”.
“L’impossibilità di collegarsi, in alcune situazioni, può generare un senso di vuoto e angoscia”.
È nella dimensione dei rapporti interpersonali che internet agisce in maniera più incisiva e invadente.
“La curiosità genera coinvolgimento, fino a giungere alla cosiddetta sostituzione: quando, per l’appunto, le persone si immergono totalmente nella realtà di internet a discapito della propria vita quotidiana. Ciò avviene, a volte, in quelle persone che grazie al web si sentono gratificate riguardo a contesti e situazioni che non le soddisfano nella vita reale”.
Un esempio? Le relazioni interpersonali. Chi vive il disagio di avere pochi amici, può sentirsi contento nell’avere 2mila amici virtuali su Facebook.
“Così internet è quella dimensione in cui un soggetto, che attraversa magari un momento di disagio, realizza quei bisogni irrealizzati nella vita vera. Da qui un continuo riutilizzo e la vera e propria sostituzione.”
Conoscere e studiare l’impatto che ha l’utilizzo della rete su ognuno di noi, in generale sulla mente umana, è fondamentale: poiché l’uso incontrollato di internet incide su salute e benessere. La rete, del resto, diventa il mezzo per entrare a contatto con il mondo. Per chi vive un disagio interiore rappresenta a tutti gli effetti “il modo per osservare cosa nel mondo accade”.
Internet come antidoto al proprio malessere, alla propria solitudine e, spesso, alle proprie difficoltà relazionali. Di conseguenza, nasce un senso di benessere ogni volta in cui si è ‘online’.
“Le molteplici definizioni impiegate in letteratura, quali Internet Addiction, Internet Dependency, Pathological Internet Use, Compulsive Internet Use, hanno lo scopo di porre l’attenzione su quelle persone iper concentrate nell’utilizzo del web, tanto da trascurare molti altri aspetti della vita quotidiana, fino a creare delle disfunzioni relazionali, professionali e sociali“.
Tra i fattori che favoriscono questo elevato incremento nell’utilizzo dei dispositivi del web tra i giovani, con relative problematiche legate alla dipendenza da internet ci sono: l’abbassamento dell’età del primo approccio, il cambiamento del mondo dei consumi giovanili, il cambiamento della famiglia nella sua funzione educativa, un contesto sociale e culturale sempre più basato su una logica individuale e di consumo.
“Emerge – continua la psicologa e psicoterapeuta Chiara Gioia – un’affascinante relazione che si è instaurata tra la mente umana e le tecnologie interattive. Infatti, tutti coloro che usano la rete telematica attraversano alcune fasi. La prima è quella dell’incanto, che porta l’individuo ad interfacciassi con le potenzialità e con le risorse della rete, la seconda fase è di disillusione: si è più coscienti del grande potere del mezzo internet, potere che si ripercuote in primis sulle nostre abitudini, infine una terza fase, di riequilibrio. Alcuni riescono autonomamente a impegnarsi per equilibrare il proprio rapporto con la tecnologia. Chi non riesce in quest’azione, invece, rischia di essere totalmente assorbito dalla tecnologia, senza neanche rendersene conto“.
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